lunedì 17 dicembre 2012

6 TWh venduti nel 2013, ora dual fuel e partnership su Fer

Bagnasco (Energetic Source) fa il punto
di Carlo Maciocco

Sempre più gas e sempre più rinnovabili, grazie a partnership in dirittura d’arrivo con produttori medio-piccoli. Con l’obiettivo di garantire ai clienti non solo prezzi più bassi ma anche “la massima trasparenza e chiarezza, che riteniamo la vera arma vincente”. Il punta di partenza sono i confortanti esiti della campagna commerciale 2013 della società del gruppo russo Renova. “Il nostro piano industriale - spiega il d.g. – si poneva essenzialmente tre target: consolidare il posizionamento sui grandi clienti, conquistare nuove fette di mercato sui medio-piccoli e entrare sui mercati europei del trading di elettricità e gas. Possiamo dire di averli centrati tutti, grazie anche all’ottimo lavoro della nostra struttura commerciale”.
Nel dettaglio, prosegue Bagnasco, per l’anno prossimo “abbiamo venduto oltre 6 TWh, di cui circa 4 TWh a 8.000 grandi clienti (tutti confermati) e circa 2 TWh tra medio-piccoli (40 mila) e retail (100 mila), questi ultimi conquistati tramite la controllata al 100% Flyenergia”. Il d.g. spiega che un fattore cruciale della strategia è stata “la chiarezza e la trasparenza delle nostre offerte commerciali, anche perché il nostro obiettivo è di creare un rapporto di lungo termine con i clienti, e quindi prestiamo molta attenzione alla qualità del servizio”. Sul fronte del prezzo, aggiunge, “siamo riusciti a garantire condizioni migliori dell’anno scorso, ma la richiesta generale, sia da parte dei retail che dei grandi consumatori, è stata la stabilità. Quindi: prezzo fisso per quasi tutti”. Per i clienti più sensibili ai temi ambientali ha giocato l’offerta di elettricità 100% rinnovabile. Anche se ora la produzione da Fer copre solo il 15% del portafoglio. “Il nostro obiettivo - dice Bagnasco- è arrivare a coprire almeno 2 TWh, e già ci stiamo muovendo grazie alla nostra capacità di neutralizzare i rischi legati agli oneri di sbilanciamento, anche tramite accordi con produttori idroelettrici, che ci garantiscono lo storage. Soprattutto, però, abbiamo in corso molti contatti in fase avanzata per nuove partnership con altri operatori medio- piccoli delle rinnovabili, in gran parte italiani”. Poi c’è il capitolo gas. “Attualmente abbiamo circa 30 mila clienti, con volumi venduti per il 2013 di oltre 200 milioni mc: poco meno di 100 milioni mc a piccoli e medio-piccoli e circa 120 milioni mc a medio-grandi”. Ma se ora la composizione del portafoglio è 80% power e 20% gas,“l’obiettivo è di arrivare a 60%/40%”, puntando sull’offerta dual fuel. Sul fronte degli approvvigionamenti, Energetic Source ormai guarda ai mercati europei del trading. “Oltre a quelli già presidiati stiamo entrando in Francia, Polonia e Repubblica Ceca - rimarca il d.g. - diversificazione che ci consente anche di ridurre il rischio volatilità”. Poi c’è l’autoapprovvigionamento garantito dai 400 MW della centrale a gas di San Severo, di cui la società possiede il 33%, e dai circa 100 MW di rinnovabili, “che intendiamo raddoppiare”.Sul fronte gas, poi, fondamentale sarà l’entrata in esercizio dello stoccaggio di Cugno Le Macine della controllata Geogastock (QE 3/9). “Ci siamo mossi subito dopo l’ottenimento della concessione a metà agosto - sottolinea Bagnasco- affidando a Mediobanca e Bnp Paribas il ruolo di advisor finanziari per il project financing (l’investimento è di 500 milioni €). L’obiettivo è di avviare i lavori entro l’estate 2013, con 1 miliardo mc disponibili in 2 anni e l’entrata a regime dei massimi 1,3 miliardi in 3, massimo 3 anni e mezzo. Oltre a garantirci stabilità totale e prezzi più bassi, sarà anche un’infrastruttura strategica per la sicurezza del sistema, grazie ai suoi 15/20 milioni mc/ giorno di capacità di punta”. A proposito di strategie di approvvigionamento e prezzi gas, come vede Eneregtic Source il documento di consultazione dell’Autorità che tende a riportare ai clienti finali in regime di tutela gli extraprofitti degli operatori (QE 5/12)? “Il principio lo condividiamo pienamente, anche se pensiamo sarebbe meglio che fossero strumenti di mercato a indurre tale trasferimento piuttosto che imposizioni regolatorie. Quello che certamente non ci piace è il sistema di assicurazione a garanzia dei take or pay, che riteniamo concettualmente ingiusto nonché un disincentivo alla rinegoziazione dei contratti.